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Una’azienda agricola periurbana fuori Milano

Poco fuori Milano sorg elAzienda Agrícola Corbari, precisamente en Cernuscolo sul Naviglio. La Azienda nasce alla fine degli anni 70 da un’idea di antonio corbari che inizia una coltivazione di ortofrutticole crop siguiendo un régimen biológico cuando ancora la certificazioni non esistevano. A fargli da successori sono oggi Luigi Lazzarini, Daniele Fedeli y Silvio Minconetti.

«Quella di Antonio era una adesione primordial ad un metodo di produzione che non usava prodotti di sintesi, rifacendosi all’agricoltura arcaica dei nostri territori, che si dissociava da un metodo di produzione agricolo «comune». Infatti, i terreni che coltiviamo noi oggi un vedono prodotti di sintesi da più di 40 anni». daniele dijo

Dalla metà degli anni 80 Antonio inizia a produrre reed piante da orto, perché sul mercato era difficile trovare piantine che rispettassero una filosofia oggi considerata biologica. Si compra le sementi e si auto produce il vivaio, fondando un’azienda che si distinguido ieri come oggi per il tracciamento dell’intera filiera, chiudendo così il cerchio produttivo dalla semina alla vendita.

Qual è l’unicità dell’azienda?

“Normalmente le aziende si se distingue en: vivaio, produzione e vendita diretta. La combinación di queste tre aree è abbastanza inusuale in quanto, insieme, richiedono tempistiche diversity and specifiche competenze da parte di operatori. Questo oggi permette di differenceci e creare reti informali di scambio virtuoso con altri produttori. La gran capacidad de Antonio es stata quindi di aver sviluppato il concept del biologico dieci anni prima della moda, costruendo un’azienda che racchiude in sé l’intera filiera produttiva dell’ortaggio. Un otro aspetto è la modalità di vendita. Oggi abbiamo definito i nostri tre canal di vendita: ristorazione, gruppi d’acquisto e vendita diretta in loco. En última instancia, la struttura della nostra azienda. Antonio ha lasciato l’azienda a me e altri due giovani soci e ora siamo tre soci e dodici dipendenti a tempo indeterminato. La complessità estructural dell’azienda y la complementarità delle attività è un aspetto particolare e unico rispetto al nostro settore, che ci permette di avere continuità lavorativa. È un’azienda solida nella sua struttura, con un inquadramento di ruolo specifico, che evita la bassa manovalanza e il lavoro stagionale”.

¿Cómo defines?

“Definiamo la nostra attività un’agricoltura periurbana. La vicinanza con Milano ci permette di sviluppare le scelte legate alla vendita diretta, che, essendo insert in un contesto urbano, funziona. Per questo abbiamo un bacino di utenza ampio ei ristoratori stessi hanno sviluppato una forte attenzione alla materia prima. Ora non mi chiedono di produrre appositamente alcune colture, ma costruiscono il menù a seconda di cosa la natura può ofreció loro. Questo sottintende un rovesciamento culturale di intentere il cibo si da parte del consumere che del produttore”.

Come vi differenziate nel mondo agricolo?

“La nostra è una delle aziende che per prime ha fatto il passaggio di adesione ad un protocollo di produzione biologico. Facciamo agricoltura di piccola scala che in otto ettari fa ruotare 60-70 colture all’anno, lavoriamo quindi diversamente rispetto alle grandi coltivazioni. Ci differenziamo anche poiché siamo vicini alla città, rappresentando, indirettamente, un presidio allo sviluppo urbano. Chi fa agricoltura dovrebbe fare attenzione al paesaggio. Bisognerebbe pensare ad un agricoltura che risstabilisca gli equilibri ecosistemici di una volta (alberi ad alto fusto, fossi ben tenuti, vegetazione folta..) che in campo agricolo sono un ostacolo, ma al tempo stesso aiutano a ripristinare l’equilibrio del paesaggio e della microfauna Quest’equilibrio giova alla pratica agricola».

Come si sceglie una buona verdura?

“Il primo aspetto da guardare è la freschezza. Come riconosco un prodotto fresco? Con la filiera corta si tiene una garanzia di freschezza, grazie alla conoscenza diretta del produttore e quindi di come produce. Se conosco il contadino, lo interrogo e si innesca un rapporto di fiducia. Reed saper leggere la etichetta aiuta. Nel momento in cui non ho una conoscenza diretta dovrei conoscere le stagionalità per individuare cosa può essere prodotto in ciascuna stagione”.

Sono un consumere e vado al mercato, cosa cerco?

“Bisogna approcciarsi con spirito conoscitivo e critico. Va spronato chi vende per avere maggiore precisione nei modi in cui sono stati coltivati ​​​​i prodotti. Il compito del produttore è disipa la ambigüedad».

Cosa significa consumare di stagione?

“Parlare di stagionalità significa aver ben chiaro di come si producono le coltivazioni e di come è possibile produrle con il minor impact energetico possibile. Io non produco fuori stagione perché non voglio che la mia azienda sia coperta da invernadero. Noi compriamo fuori stagione da produttori che conosciamo direttamente e sappiamo esattamente come producono. Sea a Milano dovessimo consuma solo prodotti di stagione di inverno mangeremmo solo verze e rape, non avremmo ad esempio la carota, né il cavolfiore o il broccolo. Dobbiamo guardare in uno spettro più ampio, quello nazionale. Ad esempio la zucchina in Sicilia ora è di stagione, ma al nord non ancora. ¿Dobbiamo quindi limitarci a consumare solo cose di stagione e prodotte a KM0? La respuesta para mí è no. Darsi un orizzonte geografico più ampio può aver senso, pensando non solo a livello locale ma reed di provenienza italiana. Piuttosto chiederei ad un venditore che strategie ha adottato affinché the movimentazione delle merci sia il più sustenibile possibile. Noi compriamo agrumi dalla Sicilia – è inevitable – quindi già che ci siamo ottimizziamo la spedizione con qualche cassa di altri prodotti. In questo modo ottimizzo lo spostamento delle merci e garantiesco maggiore ampiezza nella gamma di prodotti. Se invece volessi produrre fuori stagione in Lombardia, per me significherebbe fare la serra (a forte impatto paesaggistico) e riscaldarla (non semper ammesso nel biologico e richiede un ingente dispendio energetico). Quindi mi chiedo: meglio avere una zucchina prodotta con il riscaldamento in Lombardia o senza riscaldamento e trasportata dalla Sicilia? Quale delle due ha più impatto a livello ambientale?”.