Saltar al contenido

Cucina inclusiva: quando le differenze sono buone per tutti

Allá cocina incluida ¿resistir? Inclusivo è una delle parole più usee – e abusate – degli ultimi anni. Inclusività, dopo sostenibilità, è diventata un mantra negli obiettivi di istituzioni e aziende, con accezioni spesso diversity e in continua evoluzione.

Da inclusione per pochi, a inclusione per tutti

L’inclusività promueve dirección y oportunidad, contraponiendo la discriminación y la intolerancia, a un valor social, moral, ético. È il vol includere e non escludere, a prescindere da sesso, religione, cultura, provenienza, età, abilità e circostanze…. La inclusión social è stata concepita per anni come un dovere democratico associato alla tutela, al supporto e all’integrazione di diversamente abili, minoranze, soggetti in qualche modo definiti “deboli” o “meno fortunati”. Oggi inclusività significa però ben altro, perché sono le istanze, e non le parole, a cambiare significato. Inclusività oggi vuol dire valorizzare le difference, e fare proprio delle varie unicità una ricchezza e uno stimolo innovativo. L’inclusività es un modo di pensare, di progettare, di creare, di ripensare relazioni, servizi, oggetti, funzioni. Significativo proprio guardare alle esigenze di pochi, non per rispondere con diritti, servizi o prodotti esclusivi, ma utilizar la necessità y la esperienze di quei pochi per elaborare soluzioni inclusivoaperte e migliorative per tutti. Altro che politicamente corretto o appiattimento culturale, inclusivity è a change di paradigma che atraversa the organizzazioni pubbliche e private, dalla costituzione dei gruppi di lavoro alle modalità di lavoro stesse, fino al product finito.

Moda, belleza, diseño: e la cucina?

Basta fare un giro per negozi. La moda si è finalmente aperta a taglie per qualunque tipo di fisico e lancia linee modest, per chi preferisce corpo piuttosto che scoprirlo, si sono disegnate scarpe che si indossano senza l’uso delle mani (andate a ruba) e bottoni magnetici, le aziende di beauty hanno lanciato linee unisex y adatte a diversos carnagioni o capelli. Il design inclusivo da concetto medicale, quasi ospedaliero e riservato a disabili e anziani, oggi guida la progettazione di arredi e spazi pubblici, “senza barriere architettoniche” ma soprattutto funzionali, accoglienti, esteticamente gratificanti. ¿El objetivo? Semplice da sembrare ovvio: fare cose buone e utili, per il maggior numero di persone possibile. E la cucina non poteva essere esclusa da questo processo. Con cucina definiamo materia prima, produttori, transformazione, ristorazione, ricette e sapori. E il concetto di inclusività può cambiare radicalmente ogni suo aspettofino al gusto di quello che mangiamo.

La inclusività como herramienta de inclusión social

La cocina può essere strumento di inclusione sociale grazie al lavoro, comme hanno dimostrato diversi progetti: il ristorante 21 grammi a Brescia, gestito con ragazzi con sindrome di Down e PizzAut a Cassina de Pecchi (MI) che lavora invece con ragazzi autistici. ¿El objetivo? Guadagnare dignidad y autonomía attraverso una professione e il rapporto con i clienti, che possono così superare eventuali pregiudizi, e Contribuire ad un cambiamento social ma anche culturale nei confronti di chi rischia di essere considerato solo un soggetto “da aiutare”. Ci sono poi i progetti come il ristorante In Galera all’intero del carcere di Bollate, i fast-food Fud di Andrea Graziano, che lavora con giovani ex detenuti grazie, rifugiati e richiedenti asilo, e la chef stellata Viviana Varese, premiata dalla classifica dei World’s 50 Best con il titolo di Champion of change dedicado a un líder quegli che promoovono azioni significant all’interno della propria comunità, come l’impegno ad abbattere le barrier nei confronti della comunità LGBTQ+, dei migranti e delle donne – come la pasticceria e heladería “Io sono VIVA” en Milán en colaboración con la Casa di Accoglienza delle donne maltrattate. Ma inclusività non significa solo aprire le porte a chi rischia di restare escluso dalla società, ma changee paradigma.