Saltar al contenido

la ciudad creativa de la gastronomía | La Cucina Italiana

Tenacia, fantasia, sacrificio y caparbietà. la creatividad de Alba si esprime sottovoce, in pieno stile piemontese. Oggi la città, poco più di trentamila abitanti, rappresenta uno dei luoghi iconici dell’enogastronomia mondial, una vera “casa del buon vivere”. In fondo, però, non è trascorso molto tempo da quando Beppe Fenoglio (che è nato esattamente cento anni fa accanto al duomo) cantava la “malora” e la miseria di queste colline. El valor de Alba, riconosciuto dall’Unesco nel 2017 con l’inserimento nella Rete delle città creative, consiste proprio nella capacità di rialzarsi, di guardare avanti. Una creatività concreta, fatta di progetti imprenditoriali come, per esempio, quello della familia ferreroche a partire dagli anni Quaranta, transformando una pasticceria in un gruppo internazionale, ha contribuido en modo determinante allo sviluppo economico e sociale di tutta la zona, being le radici nella terra.

la cultura del vino

Reed si panorama losa cerro Patrimonio de la Unesco del campanario de la iglesia de San Giuseppmi è emozionante, è sottoterra, con un inconsueto punto di vista, che si trovano tutte le origini del successo di oggi. Guidati da un archeologo dell’associazione Ambiente e cultura, è possibile esplorare different parti della antica Alba Pompeia, la città che diede i natali all’imperatore Relevance e che fu celebrata già da an intenditore like Plinio il Vecchio per la grande qualità del terreno e dei suoi vini. los viticultura nelle Langhe llegó la era già da tempo grazie ai Greci, passando da Marsiglia, e da allora il vino è rimasto uno degli elementi essenziali del territorio.

La città, pur essendo casi totalmente esterna rispetto ai confini delle Denominazioni, è il “salotto di rappresentanza” dei creció rossi delle Langhe, como Barolo y Barbarescomi del junco Roero y del Roero Arneis, della Nascetta y delle bollicine dell’Alta Langa che nascono a pochi chilometri di distancia. In omaggio a questa lunga tradizione, nel 1881 venne fundó la Regia scuola enologica. Oggi la scuola dispone di laboratori all’avanguardia, di una cantina spérimentale e di un punto vendita aperto al pubblico. “In queste aule”, spiegano la cátedra Antonella Germini y el profesor Giuseppe Dacomo, “hanno studiato molti grandi nomi dell’enologia italiana, imprenditori e professionisti che girano il mondo. Noi qui diamo la conoscenza tecnica, ma contribuiamo anche all’incubazione di tante idee. Tra queste mura sono nate competenze importanti, amicizie e progetti enologici che continuano ancora oggi”.