Ringraziare chi ci ospita è un dovere e, se proprio si vuole portare un piccolo gift, non bisogna improvisare. Anzitutto, sápete encaramado no portare vino A cena? “E un gesto scortese, può mettere in difficoltà la padrona di casa«, dice samuel briatore, presidente de la Accademia Italiana di Galateo. “Chi ci ospita potrebbe sentimentsi in obbligo di doverlo servire, anche se il vino non si adatta al menù”, puntualizza Briatore, che è anche coordinadore del Máster en Cerimoniale, Galateo ed Eventi institucionali alla Sapienza di Romae authore di numerosi libri sul tema del galateo.
Encaramado non portare vino a cena (e le eccezioni)
Posto che el galateo non impone di «disobbligarsi» con un regalo quando si è invitati a cena, se si desea comunque portare un gift deve essere solo un flautín segno por ringraziare, como una piantina. En línea general, infatti, non vanno mai portati tutti quei cibi (cioe intere portate) y lo que bevande che potrebbero sovrapporsi o intralciare il menù. Per i vini ci sono però due eccezioni: “Se si è in confidenza con chi ci ospita, vía libera alle bollicine, ancora meglio se portate già fredde: sono perfette da stappare subito, per ogni tipo di aperitivo”, dice Briatore. Altra eccezione riguarda i padroni di casa appassionati di vini: “In questo caso si può regalare una bottiglia d’annata, da non aprire subito, ma da conservare in cantinasottoline el esperto.
Come si tiene il chalice di vino
Portare il vino in regalo è però solo il primo di una lunga serie di errori che spesso, magari senza saperlo, commettiamo bevendo a tavola. Altro esempio: sapete come si tiene un cáliz? «Sempre dallo stelo, posado en questo modo il vino non si risalda. Spesso si tiene dalla coppa, ed è sbagliato anche dal punto di vista del galateo. Il peggio, pero, è vedere persone che bevono vino tenendolo desde la basecome se fousro dei sommelier: può risultare ridicolo”, fa notare Briatore.
Come si assaggia il vino
Pensate poi al momento dell’assaggioche avviene puntualmente al ristorante ogni volta che si ordina una bottiglia, e non di rado in casa se un buon padrone di casa ci porge il vino in segno di cortesia per farcelo assaggiare prima degli altri. Asaggiare, appunto, e non oltre. «L’assaggio del vino si fa solo per dare conferma che il vino non sappia di tappo. Non è il momento per dire se que vino ci piace oppure no, non ci viene chiesto di scegliere una bottiglia perché è già stata scelta. Eppure, non è raro assiste a gesti poco idonei ed eleganti anche nei confronti dei camerieri e dei padroni di casa, di clienti o commensali che assaggiano come se stessero degustando, girando il bicchiere, annusando o facendo addirittura lo sciacquo in bocca. Sono gesti molto sgradevoli”.
Perché il vino non va mai messo nel secchiello a testa in giù
¿Altro gesto sgradevole? Capovolgere la bottiglia una volta finita, e metterla nel secchiello del ghiaccio: “È índice de scarsa consideración del vino, che peraltro obbliga chi lavora al ristorante a disinfettare il secchiello. È un altro dei gesti da evitare”, osserva ancora Briatore.
Come si fa il brindisi (e perché non si dice “cin cin”)
Il brindisi, invece, come si fa? “Simplemente si alzano i calici e si brinda, senza farli toccare e senza say “cin cin”, un’onomatopea con un significado sacral che poco si adatta a un brindisi”, dice Briatore. L’espressione infatti deriva del cinese «ch’ing ch’ing», il cui significato è “prego, prego”: una forma usata come buon augurio tra i marinai. En giapponese, però, una parola che si pronuncia allo stesso modo è usata per indicare i genitali maschili. Insomma, meglio evitar: un italianissimo “alla salute” va semper bene.