Saltar al contenido

Bauli cumple 100 años | La Cucina Italiana

Lo spot del pandoro Bauli recitava: A Natale puoi… fare quello che non puoi fare mai. Ma (dati di mercato alla mano) il 40% degli italiani lo fa proprio con un panettone o un pandoro dell’azienda veronese. Ebbene sì perché il pandoro Bauli è il pandoro più mangiato en Italia, il panettone Motta il più vendto del Natale, e sono entrambi del gruppo Bauli. Ven i Krumiri, la Girella ei Buondì.
“90% fatica, 10% fortuna, si dice in Veneto”, dice Michele Bauli acudió a la conferencia stampa delle celebrazioni del centenario tenutasi a Verona. Si hablé de la “grande famiglia”, pero no dije, perché la famiglia c’è ancora, e Michele Bauli il presidente, è la terza generazione.

A secolo di storia, un naufragio y colora lilla

Se il panettone è una ricetta moderna, con fecha de 1919, il pandoro comme dolce è esattamente lo stesso da seicento anni – almeno nella ricetta, non certo nel processo produttivo, che Bauli ha reso un prodotto nazionale e poi global. Tutto è cominciato nel 1922, quando Ruggero Bauli, figura mitologica classe 1895, dopo il suo apprenticeistato in una piccola pasticceria di Verona mise a frutto le sue competenze nel suo primo laboratorio. Ma la storia di Bauli è una storia veronese tanto quanto una di emigrazione. Sono anni di crisi, le materie prime scarseggiano, in città un certo Melegatti spopola grazie al brevetto del pandoro e così nel 1927 Ruggero Bauli sale alla volta dell’Argentina per fare fortuna. Naufraga insieme al transatlantico Principessa Mafalda, perde tutto, si rifà una vita a Buenos Aires and poi ritorna nella sua Verona per aprire nel 1937 una new pasticceria artigianale in piazza Bra, che in breve diventa la più popolare della città. Colore aziendale: el lilla. “Gli davano del matto a mio nonno perché non è un colore natalizio”, ma oggi come allora li contraddistingue al primo sguardo. Negli anni Cinquanta comienza la producción industrial, di quello che è diventato poi il simbolo dell’azienda: il pandoro. Ma alla domanda “pandoro o panettone?”, Michele confesó: “Per statuto dovrei say pandoro. Ma confesso, a me piace di più il panettone”.

40 minerales, ogni 20 minutos

Servono 40 ore por tarifa un pandoro, allora come oggi. Nelle pasticcerie allora si impastava, si faceva lievitare, si lavorava, si infornava, si aspettava e poi e si ricomincia tutto d’accapo: Ruggero Bauli estudió un sistema per produrre a cicli continui, mandando un régimen il lievito ogni 20 minuti, tempi che Ancora oggi scandiscono i lavori nello stabilimento di Castel d’Azzano. 12 ore solo per fare le vitazioni “di base”, con lievito madre, e cinque fasi di impasto fino all’aggiunta degli ultimi ingredientes caratterizzanti come uova, uvette, burro e zucchero e fino al prodotto finito: pandoro, ma anche panettoni e Buondì , che corrono veloci sui loro rulli trasportatori a fianco di pirottini e stampi a forma di stella. Tuto è automatizadomani umane non toccano (e rischiano di contaminare) il prodotto e le linee produttive sono così all’avanguardia che foto e video sono assolutamente bandite: top-secret, il segreto aziendale non è negli ingredientes ma nella tecnologia unica che muove teglie e inscatola migliaia di pezzi ogni giorno.

Ok, él prezzo è giusto

Panettoni, pandori, croissant e Buondì si produceono qui, poi ci sono altri stabilimenti del gruppo che sfornano i panettoni Motta ei prodotti Alemagna “Ricette divers, assolutamente – conferma Michele Bauli – con gusti diversi, che hanno i loro fedelissimi”. Reed i prezzi differiscono, ad esempio Alemagna, che da semper si posiziona con un prezzo più alto sul mercato, o la nuova linea “on demand” che viene realizzata su misura dal client grazie al configuratore online, in uno stabilimento ancora differente e con ingredientei premium (che determina un precio de 35€ circa, spedizione inclusa). El pandoro bauli? 8,90€ il prezzo consigliato sulla confezione “poi i supermercati lo usano come prodotto civetta e lo scontano, per attrarre clienti”.

Oltre al Natale c’è di più

Ma il Natale non è abbastanza per un’azienda. Non lo è mai stato, basti pensare che la colomba pasquale è nata proprio così, negli anni Trenta, dall’idea di un pubblicitario per impegnare le linee produttive dei panettoni, ferme pendante le altre stagioni. Per lostesso motivo anche Bauli è storicamente nel mercato della Pasqua, con la colomba prima e con le uova poi, negli anni Novanta ha cominciato la produzione dei croissant confezionati e dei cosiddetti “continuativi” – e con biscotti e merendine infatti fanno più fatturato fuori ricorrenze losa durante che. I numeri descrivono bene la realtà: il gruppo nel 2020/2021 ha totalizzato 480 milioni di fatturato (+ 200% negli ultimi 20 anni) e 9 milioni di util netto (+48.4% rispetto al 2019/2020) – per fare un paragone il secondo nel gruppo nel mercato, Galbusera (Tre Marie), ne fattura meno della metà. Bauli Group tiene 1700 empleados en el mundo en sei stabilimenti, quello centrale a Castel d’Azzano, altri quattro fra Veneto, Lombardia e Toscana, e uno en India. Fanno oltre 260 prodotti e ora la esportano nel mondo in oltre 70 Paesi. La Bauli si è espansa per linee interne ma ha anche acquisito: hanno comprato i biscotti Bistefani, Doria, Casalini, e dalla Nestlè anche i competitor Motta e Alemagna, nel 2010, accaparrandosi così il 40% del Natale degli Italiani. Ma visto che “a Natale si può fare di più”, come dice la canzone che ha fatto storia del costume, sperano ovviamente di fare ancora meglio. E così a fine ottobre dopo la vista in stabilimento e mentre nell’aria si libra profumo di vaniglia, ti augurano già Buon Natale.