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Tacchino ripieno, la arroz de Benedetta Parodi y Alessandro Enriquez | La Cucina Italiana

Ecco la cena del Ringraziamento organizzata dal diseñador Alejandro Enríquezche ci regala una fantastica ricetta di tacchino ripieno – obviamente all’italiana. Infatti, el amigo Benedetta Parodi ha pensado en un SUPER tacchino ripieno al quale Alessandro ha agregado el suo tocco italiano con l’aggiunta di pistacchi di Bronte y el delicioso Jack Daniel’s Honey.

Él Acción de Gracias de Enríquez si festeggia in chiave tricolore nella espléndida cornisa del ristorante milanese Al Mercato, dal fascino tipico della New York dei anni del ‘900, con un menù che parte d’propte americane rivisitate all’Italiana insieme alle ricette di famiglia di Alessandro e la mano sapiente Hola Chef Eugenio Roncoroni.

Per la preparazione del menù “a la mode” è interveneto anche il siciliano Tommaso Cannata con una serie de productos de forno personalizzati a tema – pani croccanti alla frutta secca, grissini alla barbabietola e impasti lievitati alle verdure. L’Antica Macelleria Falorni, eccellenza toscana, oltre ad una serie di salumi profumati al vino rosso e speziati, ha selezionato i tacchini più belli. A chiudere, gli iconici panettoni del maestro pasticcere Nicola Olivieri di Olivieri1882 acompaña a slab creme italiane al mascarpone y al cioccolato insieme alla tipica cheesecake americana en versión tricolor.

Tra gli ospiti le regine del Bon Ton Lina Sotis y Cristina Parodi ei volti televisivi e regine dei como ven Giulia Salemi, Maria Sole Pollio, Cecilia Rodriguez ma anche Ludovica Sauer, Ignazio Moser, Claudio Sona, Eleonora Carisi, Alessandra Grillo, Michela Proietti, Stefano Sala, Gianpaolo Gambi. Durante la cena la espléndida voz di Débora Iurato ha intonato canzoni italo-americane acompañamiento dal coro degli ospiti in festa.

«Ogni anno festeggio il Thanksgiving sentendomi vicino all’America e al senso di ringraziamento che tutti dovremmo avere verso il prossimo. Unire tradizioni e generazioni è lo spirito guida del mio lavoro e della mia collezione» concluye così Alessandro Enriquez.