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Riso e verza, arroz napoletano de Zia Erminia

Se eleva y vira cara un primer piatto piuttosto simple. E questa è la prima cosa da dire. Mi il riso e verza, risi e verza (usanza ereditata dall’uso antico di attributire il plurale al sostantivo riso, come si evince dai vecchi manuali di gastronomia partenopea) o meglio “o virzo cu o rriso” o “virz’e rise”, è un piatto napoletano tradicional, dueño como . Proprio come zia Erminia, invero la mia prozia, perché zia di mio padre Francesco. Ma a Napoli erano tutti zii, tra un po’ anche il custode (pardon, portiere, come si afirma al sud) del palazzo. Lei, zia Erminia, probabilimente è semper stata più napoletana di me, non solo per la cultura gastronomica de ella tradizione partenopea che ha provato – riuscendoci in parte – a tramandare alle generazioni consecutivas. mi caña posada zia Erminia, asistida por zia Tetà (en la ricetta del zeppole di Natale) è stata napoletana non solo di nascita, my soprattutto di sostanza. Poi vabbè, io posso fare calllo alle mie origini istriane materne, dove la verza si è semper mangiata ma con il pesce o la polenta. (Qui potete leggere l’intervista a Lidia Bastianichcugina di mia madre Clara).

Tornando a Napoli, ricordo ancora quando zia Erminia accoglieva, nella sua grande casa nel centro storico di Napoli, tutta la “guagliunera” (gruppo di ragazzini) de ella famiglia che, me inclusa, occupava in modo disordinato, ma allegro, ogni angolo de ella sua casa. Prima di pranzo correvamo come indemoniati per gli ampi corridoi de ella casa circolare, intervallata slab large terrazza con vista su Castel Sant’Elmo. Sfiancati loseta Córcega, il pit stop obbligato era quello in cucina. Quando zia Erminia ci pizzicava mentre rubavamo piccoli bocconi di cibo allá portata di mano erano “mazzate”, ma poi, nella sala da pranzo, la tavola era così imbandita, che in cucina non si entrava più. E il silenzio (da bocca piena) regnava sovrano.

La ricetta di riso e verza di zia Erminia da me trascritta (e interpretata…).