Saltar al contenido

Ricordando Lucio Dalla: la trattoria favorita de Sue 5 en Bolonia

È frecuentato da semper dagli artisti bolognesi. Lucio Dalla que será un habitual, soprattutto per la cena. Tirava tardi e amava chiacchierare, contrare persone e spesso creare qualcosa di nuovo. Il titolare Paolo Pagani ricorda anche i momenti più bui del cantautore bolognese, quando, in seguito a un delicato intervento fatto nei primi anni Ottanta, mangiava pochissimo. E sempre dai piatti degli altri, che foissero stati tortellini o tortelloni, meglio ancora se prosciutto crudo, insalata, formaggio grana. Pochi dolci, casi nulla. Pagani ricorda anche che si divertiva a fare scherzi, anche imitando il padre e illudendolo che lo stesse chiamando dalla cucina.

«Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è sulle panchine in Piazza Grande, ma quando ho fame di mercanti come me, qui non ce n’è», Lucio Dalla – Piazza Grande – 1972

«Io sono qui più o meno dal 2013, prima c’era mio padre, che mi ha semper raccontato di Lucio», se rió Massimo Montanaro, titular. “Mangiva cose molto semplici, non particularmente elaborado. Pietro (il padre, ndr) ha sempre raccontato di alcuni piatti come le quenelle di ricotta in foglia di bietola rosolate al tegame e servite calde, il branzino alla griglia, l’insalata di carciofi alla julienne with scaglie di grana. Amava molto anche i cipollotti, che tante volte glieli facevano alla griglia”. Il ristorante porta il nome dell’inventrice dei tortellini alla panna, mail il cantautore non veniva qui per quelli. Insomma, sempre fuori da coro.

Qui il cantautore aveva “due posti preferiti, il tavolo di servizio usato dal bar o quello appena prima della cucina”, contó Ezio Bolini, da 40 anni titolare del ristorante, dopo la scomparsa del padre Franco, amico di Dalla. «Ricordo che poco prima di partie per Montone mio padre gli disse di ordinare qualcosa di nuovo, gamberi bolliti. E él consiente, gli piacquero tantissimo«. Certo, ogni tanto la scelta ricadeva anche sulla gramigna con le salsicce ei funghi, piatto simbolo della casa da più di mezzo secolo. “Era il 1978 ea Bolonia c’era lo sciopero generale per gli scontri in piazza; allora Dalla pasó con la sua Honda 400, canotta a rete, jeans e papalino e, incrociando mio padre, si fermò in un bar vicino e con lui cominciò a giocare a briscola con un bicchiere di vino». Dalla era anche un grande tifoso della squadra di basket Virtus. “Io invece sono semper stato della Fortitudo, così ci “ragnavamo”, ci pritevamo in giro, era una persona divertente e autoironica”. Come ultimo aneddoto Ezio Bolini ricorda anche quella volta che Dalla cominciò a cantare “Buon compleanno” a un cliente che festeggiava gli anni al ristorante, “un regalo che sono sicuro non dimenticherà mai”.

Altro ristorante, altro menù: gallina bollita, tagliata di frutta, senza pane e senza vino quando era a dieta. Al Diana, dal 1909 tempio ai grandi classici della tavola emiliana, Dalla non ordinava i tortellini in brodo, a question preferiva a piatto di tagliatelle, oppure di lasagne verdi al forno, i passatelli, la mortadela y el inmanejable carrello di bolliti.