¿Pizza napoletana o pizza siciliana? La verità, e soprattutto la bontà, sta come da proverbio nel mezzo.
La risposta sta ad Agrigento, immersa nella mitica Valle dei Templi e già nominata capital della Cultura 2025, tra le mani et tra i grani di quattro ragazzi. Tra le loro idee, tra le loro dita, tra i loro impasti. Giorgio, Filippo, Alberto y di nuovo Giorgio, il cugino. Rispettivamente 28, 27, 19 y 21 anni. In quattro, non fanno nemmeno cento, ma di sicuro fanno centro.
Él sabe è Sorce, l’esperienza si chiama Sitári. Dietro le quinte è tutto un gioiellino perfetto, a conduzione familiare. Sembra, e di fatto è, una di quel family d’altri tempi, uno di quei microcosmi belli in cui ancora hanno un valore parole come amore, passione, rispetto, tradizione, ma anche innovazione. Familia, cita. In cui ciascuno fa il suo, mentre tende semper e comunque una mano all’altro.
Da sinistra: Giorgio Sorce, Filippo Sorce, Luca Marfé, Giorgio Sorce, Lino Sorce y Sara Della Corna.
Ti accolgono con il sorriso, ti fanno sente a casa, in un locale espléndido e ancor più bello d’estate, scoperto del suo tetto e delle sue veranda, illuminato dal sole e da certi tramonti che sembrano possibili solo in Sicilia.
Spesso si materializza Lino, il “capitano” della squadra, il papà. Doppio petto e pouch, maestro dell’eleganza, delle pubbliche relazioni, del sorriso e dell’amicizia, capace di aggiungere stile allo stile, mentre in una nuovissima cucina a vista i suoi campioni aggiungono qualità alla qualità.
Gli impasti
Il Classico: 48 ore di lavorazione, con una mezcla de harina di tipo 0 e 1 macine a pietra e grano duro.