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Pistacchio, il trend in crescita: ma da dove viene davvero?

Él pistacho è una tendencia. Pistacchi salati da mangiare, sgusciati, in crema, dentro a brioche, sopra ai panettoni, nel gelato, nei biscotti, persino nella pasta e nel salame. Il pistacchio è arribo ovunque, invadendo l’industria dolciaria, le produzioni artigianali e le tavole di noi italiani come mai prima. Non solo mortadella, ma salami al pistacchio, edición limitada di biscotti come i Baiocchi, croissant de ella Melegatti, Snickers senza più maní y persino the caramelle Rossana sono diventate verdi. “Vengono su come pistacchi”, si dovrebbe dire, altro che funghi. En Italia è una vera e propria mania scoppiata negli ultimi anni, ma il phenomeno è global: il 26 de febrero si festeja anche la Giornata Mondiale del Pistacchio. E qui in Italia dobbiamo festeggiare.

Fabricado en U.S.A. e Van a ir.

Il pistacchio (dal greco Pistàkion) è una pianta originaria del bacino Mediterraneo (Persia, Turchia), coltivato, infatti, dagli antichi ebrei e citato già nell’antico Testamento e nelle cronache di Plinio il Vecchio. La sua coltivazione si è difusión in Sicilia nel period de ella domination Labraba e da lì in Europa e poi in America, ma è solo dopo la seconda mondial guerra che il suo use cambiò gradualmente da costoso prodotto di pasticceria a snack. Dal Medio Oriente e da paesi ancora oggi produttori come Siria, Turchia e Iran (il secondo produttore mondial di pistacchi), la sua coltivazione si è quindi espasa negli anni Ottanta in California (i primi produttori al mondo), in Grecia y più recentemente anche en España, che si candida per diventare il primo produttore europeo. Con un total di 1 milione e 800mila tonnellate di produzione annua (a seconda delle annate), il mercato è iper polarizzato con due Paesi (Stati Uniti e Iran) che insieme producono il setenta% del pistacchio mondial (respectivamente el cuarenta y cinco% y el veinticinco%: dati de ella associazione American Pistachio Growers, associazione non profit che unisce i coltivatori di pistachio americani). E noi italiani? Ne produciamo poco, pochissimo, ma siamo molto competeti in materia.

Bronte, el 1% de la producción mundial

Nel dos mil veinte la produzione di pistacchi italiana è stata di tres mil ochocientos setenta y cuatro tonnellate (dati Istat Fruitimprese), sommando le produzione siciliane dell’IGP Raffadali, le coltivazioni di Basilicata e Puglia e que del Pistacchio verde di Bronte Dop che da solo genera il noventa% dei pistacchi nazionali, e anche i più costosi, única DOP del produzca presente en Europa: sono i più rinomati al mondo, ma sono solo meno dell’1% de ella produzione global. Oggi, del amplio territorio di Bronte (25mila ettari), sono coltivati ​​​​a pistacchieti quasi 3mila ettari, in zona di produzione dal terreno vulcanico ad almeno cuatrocientos metri di altitudine and con piante secolari, da lavorare e raccogliere a mano. Il dos mil veintidos a Bronte è stato l’anno di non produzione, quindi i dati del raccolto nel dos mil veintiuno certificado con l’etichetta Pistacchio verde di Bronte. “Se non c’è questa indicazione, è tutto pistacchio estero o pistacchio di Sicilia, che è una piccolissima parte”, e che non rientra nella certificazione aveva spiegato il presidente del Consorzio di tutela del pistacchio verde di Bronte Dop, Enrico Cimbali.
La produzione di pistacchio è in crescita ovunque. “Negli ultimi diez anni grazie allá spinta anche delle aziende del settore con prodotti nuovi, come la crema di pistacchio o il pesto di pistacchio, e facend assaggiare il prodotto a chef e pasticcieri, il consumo è aumentato”, mi spiega Nino Marino di Antichi Sapori dell’Etna srl, azienda leader del settore con sede en Bronte. “Il gusto è trasversale e piace perché si presta a ricette sia dolci sia salate”. Ovvio che insieme ai consumi stia incremento anche la produzione, sia a Bronte, sin dove possibile, che nel resto d’Italia. “My come in Spagna, anche Cile, Argentina, Messico si stanno inserendo nel settore”, mi spiega Nino.

Il pistacho è tendenza

Il business del pistacchio è planetario. Lo possiamo osservare slab creme verdi dei croissant di Milano o dei cannoli in Sicilia, ma per inquadrare il fenomeno basti sapere che è la Cina la nazione che consumido più pistacchi al mondo, importa dagli Stati Uniti, e negli ultimi anni il suo consumo è incremento del ciento ochenta y dos con cuatro%. Da dati Coldiretti e Ismea si evince che negli ultimi diez anni gli acquisti di fruit seccca sono raddoppiati, hasta el momento en que llegue a un consumo pro capite de en torno a tres kg. Secondo NUCIS, International Nut and Dried Fruit Council Foundation il Consiglio Internazionale de ella Frutta Secca e Frutta Disidratata che raggruppa oltre setecientos operatori in tutto il mondo, dal dos mil a oggi, in Italia, tra le diversity produzioni di fruit seccca e disidratata, quella dei pistacchi ha registrado la crescita maggiore, par al +41.74%, seguita slab nocciole che in otto anni in Italia hanno registrato un aumento di circa il veinte% conseguente incremento de ella produzione anch’essa del +41%. E non succede sono nel nostro Paese, negli ultimi anni, la produzione di pistacchi ha registrado un vero e proprio bum in Paesi parcialmente nuovi nel settore come la Spagna, che con le sue 16mila tonnellate ha incrementato del setenta y uno% il raccolto rispetto allá media delle ultimate cinque stagioni. Il mercato global del pistacchio (segundo gli analisti di mercato di Data Bridge Market Research) è stato valorado en tres.907,07 millones de dólares estadounidenses en dos mil veintiuno y si prevede che raggiungerà i 5.282,52 millones de dólares estadounidenses entro il dos mil veintinueve, registrando un tasso di crescita del tres.7% nel period di Forecaste dos mil veintidos-2029: è un buen Investmento e anche i fondi se ne sono oramai accorti.

È tutto oro verde quello che lucia

Lo chiamano oro verde perché, en attesa del raccolto dos mil veintitres, il pistacchio ha raggiunto quotezioni record. Al público, el costo de un kg de pistacho de Bronte Dop, sgusciato, llegó a sesenta y dos€, cincuenta y seis€ por un pistacho genérico de Sicilia, a treinta y cinco€ por producto de prima scelta da Grecia y California. Secondo il monitoraggio dell»ISMEA – Istituto di servizi per il mercato agricolo nutriere – nei mercati internazionali siamo sui catorce€ al kg por quello a guscio. Dai piccoli produttori ai grandi gruppi, è obviamente che coltivare pistacchi sia un buen Investmento, soprattutto grazie a new varietà a rápido accrescimento e impianti più redditizi, slab rese maggiori e più facili da coltivare. Negli ultimi anni la coltivazione del pistacchio è passata dall’essere un’attività svolta dai produttori agricoli a business per fondi di Investmento. Nel giro degli ultimi due anni, Irca, azienda di Gallarate leader nella produzione B2B di cioccolato, creme, ingredientes e prodotti semilavorati per pasticceria (controllata da Advent International) si è comprata Anastasi, società con sede en Bronte che si occupa esclusivamente dal mil novecientos setenta y dos de ella lavorazione del pistacho. Nutkao, produttrice di cioccolati e creme spalmabili a Cuneo (controllata dalla milanese holding company White Bridge Investments), ha comprado Antichi Sapori dell’Etna srl, la società di Nino Marino e soci, produttrice dei marchi Pistì, Vincente e dei semilavorati Madero Pastry e Calidad maderista. Il fatturato è in continua crescita, “dai veintidos miloni del dos mil diecisiete agli ochenta miloni del dos mil veintiuno, siamo cresciuti. La Nutella verde, ocho millones de vasetti de crema al pistacho, cincuenta y tres % de cuota de mercato”, che è anch’esso un mercato in crescita.

¿Subido en Bronte? el sabe como

Dueño posado en Bronte? Non perché acrecentar la produzione lì o nei dintorni si potrà mai raggiungere i grandi Paesi produttori. A Bronte si fa qualità, mi sopratutto a livello mondial ci sono competenze. “Il brontese è diventato un trader mondial, signifiea saper vendere un prodotto, ma anche saper fare, saper trasformare, saper trattare i pistacchi, non solo quelli di Bronte, ma anzi saper scegliere il pistacchio migliore per ogni uso”. Il nostro è il più buono? “Il pistacchio di Bronte è figlio dei pistacchi iraniani, siamo una parte del Mediterraneo, facciamo parte di una storia millenaria”. Nino prosegue parloteando benissimo dei pistacchi degli altri. “Il nostro è il più buono per determinati usi, non per tutti: è minerale, si raccoglie sulla lava, ma questo non significa che sia il più buono in senso assoluto. Va bene per la pasticceria, per la gelateria, ma ad esempio non per il tostato o per i semilavorati”. A Bronte però li sanno selezionare, li sanno lavorare, sanno fare dei blend e scegliere la giusta applicazione. Come per il caffè: en Torino, en Trieste o en Nápoles siamo riconosciuti nel mondo per saper fare un grande caffè, rinomato a livello internazionale, purée non ne coltiviamo neppure un chicco. Così a Bronte sappiamo coltivare i pistacchi, ma soprattutto li sappiamo lavorare, con gusto e amore. Reed y soprattutto quelli (buoni) degli altri.

Ricette con pistacho

primi di natale pistacho

Pistacho: nuestro arroz