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papa francesco y la cuoca mariana

Se è vero, come sosteneva il filósofo tedesco Ludwig Feuerbach, che “siamo ciò che mangiamo”, the scelte alimentari e il modo di intendere il cibo dicono molte cose di noi. Il ritratto di un uomo è presto fatto seguendolo a tavola (e in cucina). ¿Cuál es el futuro? papá francesco lo tratteggiamo insieme a Mariana Tejerina, che ha cucinato per sette anni, all’arcivescovado di Buenos Aires, por monseñor Bergoglio. Era il suo santito, l’uomo che le portava semper la torta di compleanno per festeggiarla e che ogni anno le phone ancora da Roma por farle gli auguri.

Che cosa ricorda del primo incontro con il futuro Papa?
“Ho avuto subtilo l’impressione cheosse diverso dagli altri. Al tempo avevo diciotto anni e non sapevo niente del mondo della Chiesa, non avevo nessuna idea della difference tra un vescovo e un cardinale… Allora Bergoglio era monsignore e io non riuscivo a ricordarmi questa parola! Lo chiamavo direttamente “padre” con un po’ d’imbarazzo, allora lui si fermava e mi diceva: “Sì, chiamami padre, non ti preoccupare!”».

Poi presto fu nominato cardinale.
“Per il suo predecesore, cardenal Guarracino, organizzavamo pranzi ontuosi, incontri importanti, tutto molto di scena. Ricordo che Bergoglio, dopo essere stato nominato cardinale, volle togliere i piatti ei servizi lussuosi. Riportò l’apparecchiatura della tavola alla massima semplicità”.

Che atmósfera si respirava nelle cucine dell’arcivescovado?
“Il buon umore. Le suore avevano due canarini e due uccellini che noi chiamiamo cardinali. Una volta Bergoglio, entrato in cucina, dice: “¡Ah, no! Qui l’unico cardinale sono io!!!”. Questo era il suo spirito, quando era sereno, ma se era rabbuiato ce ne accorgevamo subtilo!”.

Che abitudini aveva per i pasti?
“Pranzava alle due, più o meno. A cena non saprei, rientrava e si riscaldava il piatto che gli avevamo preparato”.

¿Mi forma de cocinar?
“Ogni tanto, e lo sapeva fare, aveva imparato dalla nonna; poi veniva a controllare noi cuoche… Una volta, mentre preparavamo i tagliolini (lui aveva imparato a farli dal padre, di origini piemontesi) e li spezzavamo per metterli in pentola, ci fermò subtilo: “¡Nooo! No si rompono. Tuffateli nell’acqua interi e mescolateli dolcemente”.

Qual era il suo piatto preferito?
“Mangiava cibi semplici, il pollo con le verdure, l’asado (carne alla griglia, ndr) ma anche pizza e il lechón relleno (maialino ripieno, ndr). Gli piaceva piluccare i piatti che gli portavano en regalo. E amava molto las chipas (paninetti al formaggio) e il dulce de leche…».