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La Cucina Italiana, junio: Ricette del sud

Si se inicia una percepire sulla pelle il calore vigorizante dei raggi del sole, l’aria si riempie dei profumi intensi che salgono dalla terra e, se si presta attenzione, il frinire di cicale è in sottofondo. Aprite il nostro numero di giugno e partite con noi in a viaggio attraverso l’Italia, puntando a Sud.

Cominciamo con la pasta ‘ncaciatapreparata nella cooking di redazione da una nostra letter affezionata che ha saputo ben mescolare le sue sue siciliane e piemontesi in un piatto decisamente corroborante e che put allegria, e proseguiamo con la deliziosa caponata che la signora Maria sull’Isla de Vulcano ci ha cucinato insieme con la figlia.

In quanti modi si può gustare l’amatriciana? Oltre all’originale, ve ne proponiamo tre, uno più buono dell’altro (en copertina trovate la versión en timballo). Basta fare due passi oltre Amatrice per (ri)scoprire l’Abruzos per acqua e per terra, de Pescara a Fossacesia, en barca, a pie, en bicicletta seguendo l’itinerario gastronomico che abbiamo percorso per voi.

All’appello non manca la Cerdeña con le sue storie ei suoi scorci fiabeschi e con i suoi piatti più reppresentativi: culurgiones (ma rosa), fregula e seadas. y poi Luigi Pomata da Carloforte ha portato un po’ del suo mare sulle nostre pagine con un servicio dedicado al pregiato tonno rosso.

E di rosso c’è anche la cipolla, gioiello di calabria (e non solo), preparata in cinque ricette davvero irresistibili. Da de repente prueba el focaccia alle cipolle rosse con salsa di basílica.

antonio guidachef del ristorante Seta, due stelle Michelin, ci ha abierto la puerta de casa, a Tricase nel Basso Salento, y ci ha accolto a tavola con un piatto di pasta al pomodoro preparado para su mamá.

Por conclusión, prima di un buon helado (scoprite e sperimentate tutte le ricette da fare anche senza gelatiera), ci vorrebbe un chalice di vino, meglio se scelto tra quelli che si produceono sulle pendici dell’Etna, raccogliendo grappoli da piante che crescono sulla cenere a mille metri di quota. En un solo sorso agrumi dolci, hierba mediterránea, mineralità. ¿Sentirlo sapore ancestral, profundo, elegante? È quello delle nostre radici.

La Editorial del Directore

“Giorni fa ho contrato la mia amica Natalia che da ragazze, al liceo, chiamavamo tutte Tia. E ci siamo messe a parlare di cibo (strano, ¿eh?) e lei si è ricordata di quella volta che la portai da mio nonno Giovanni a pranzo. Eravamo adolescencia e il sabato dopo la scuola ero sempre a casa sua al Lorenteggio (parte sureste de Milán). El lui mi faceva semper trovare accanto al piatto i miei giornalini preferiti che comprava dal siur Mario, all’edicola di piazza Frattini, e ovviamente preparava mountain di cibo, gnocchi, tagliatelle al ragù, minestrone with dodici greenery, spezzatino, cotolette (stratosferiche) … será un lote duradero que será eficiente y efectivo en términos de consumo. Iniziava giorni prima a chiedermi cosa avrei voluto per pranzo nella telefonata quotidiana fatta dal telefono nero appeso al muro. Comunque al fini del pasto alquanto abbondante, stile matrimonio, dopo il budino e il ciambellone, proponer alla Tia che lui chiamava Cia (sì, como la agencia de inteligencia americana) una bella fetta di cotechino per conciliare la digestione. E lei accetto!!! Niente, dopo questa generosa dimostrazione di amore per la sua cucina da parte della mia agente speciale, non ci fu più nulla da fare, ogni sabato mi chiedeva “ma la Cia dov’è?”. Ecco, quando i nonni ti dicono di mangiare ti stanno dicendo che ti vogliono bene.”