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intervista allo chef Rota | La Cucina Italiana

“Da Vittorio St. Moritz” festeggia 10 anni di attività e di successi con una cena di gala che lascerà il segno. Il mio ponteggio su richiesta. Alla fine del 2012, quando la famiglia Cerea decide di inaugurare la prima insegna fuori dall'Italia, dando il via a una serie di altre aperture, arrivate in Asia (con l'alta ristorazione a Shanghai prima e a Saigon poi). Ma è qui, nella perla dell'Engadina, il Hotel Carlton St. Moritz, indirizzo esclusivo alle Alpi svizzere, dove e fratelli Cerea hanno consolidato un modello di ristorazione e accoglienza “da esportazione”. Per dimostrarlo e apprendere nuove conoscenze in breve tempo. Entrò la cugina Stella 2014Continuerò, nel 2019i 18 punti sono 20 di precisione guidata GaultMillaufinché non arrivi 2020 con il seguito seconda stella Michelinottenendo sotto la guida di Paolo ruotaHo presieduto i lavori del cooking team inverno 2019. Al suo fianco il sous chef Luca Mancini.

Tradizione e contemporaneità

“Sono venuto qui per la prima volta inaspettatamente, perché ero in forza al ristorante di Bergamo”, spiega Chef Paolo Rota seduto (finalmente!) sul divano dal lato opposto del ristorante Da Vittorio a St. Moritz, splendidamente illuminato da una magnifica giornata di sole. “Prima di transfermi Chicco, Bobo e famiglia (Cerea, ndr) mi mandavano qui per una settimana, tutti i mesi e, poi, per tutta durata della stagione, così da continuae i ragazzi; “Mio figlio è stato trasferito nel 2019.” Un anno dopo la seconda stella, anche grazie a tutta la libertà di gestione concordata. “La famiglia Cerea ha avuto una lettera bianca, secondo i canoni della cucina di Da Vittorio”.. Vivendo la realtà tutti i giorni, “durante la stagione cambio il menu una pagina di volte, così posso inserire nuove cuciture e sbizzarrirmi alcune con le piastrelle iconiche”, aggiunge Rota. All'inizio il pesce, come è tradizione da Da Vittorio, è arrivato fresco dall'Italia. Nel menu, aragoste, gamberi, granchi e altri crostacei, “ma anche rombi nostrani, ricciole, branzini e calamaretti spill, tutto fresco, non di allevamento, “dettaglio” che il cliente percepisce immediatamente”. Nel menu non figura l'iconico tortino dei piatti, che Rota chiama “il santo patrono, il pacchero Da Vittorio, perché quando capita è venuto il santo patrono del paese!”, aggiunge scherzando.

La firma dello chef Paolo Rota

Broken Cane Head ha un piatto suo iconico, “L'uovo a l'uovo”, una ricetta che ha colpito quando era nella brigata di miguel roux a Londra. «My ha colpito molto il fatto che lui utilizzasse 4-5 typologies di uova divers nello Thesesso piatto ma con grande semplicità», spiega lo chef Rota la cui parola «easy» valid solo per lui… «Quindi abbiamo pensato a one scrumble Eggs a cui We rinfrescare le uova di quaglia, le uova di salmone e il caviale. Il tutto coperto dà una spuma de patate leggermente affumicata.” Facile, non è vero?