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Giorgio Armani: “Vi racconto la mia Pantelleria”

giorgio armani è “pantesco” nel cuore. Da oltre 40 anni ha casa a cala gadirnel pendiente noreste di Pantelaria, qui nel 1981 acquistò i primi tre sette dammusi, le tipiche case locali in pietra lavica con il tetto bianco a cupola ei muri spessi, veri e proprie gioielli di rural architecture. Che poi si sono moltiplicati diventando in tutto sette, che oggi formano una residenza personalizzato nel tempo, con oggetti cari allo stilista e qualche mobile Armani/Casa: tutt’intorno il verde, una vera e propria oasis costellata da 200 palme e una vigna dove nasce il suo Passito chiamato, Oasi, appunto.

È il buen retiro dello stilista, un legame mai incrinatosi, no nostante la natura scontrosa, all’appearenza inospitale, quando fascinosa e irresistibile dell’isola, la Perla Nera del Mediterraneo, che aveva già conquistato letterati quali Truman Capote and Gabriel Garcia Marquez. Un locus amoenus scelto dallo stilista per staccare la spina e prisere ispirazione, circumdato solo dal silenzio, dal frinire delle cicale, dal fruscio del vento che suona tra le sling delle palme. Un amore incondizionato anche grazie alle bontà culinarie ofreció dall’isola.

Il suo indirizzo preferito sull’isola?
“Ne ho sicuramente diversi, ma uno di questi è il ristorante La Nicchia, a Scauri, dentro de un giardino murato così tipico dell’isola, come tipica dell’isola è la sua cucina, insalata pantesca inclusa”.

Il piatto che preferisce mangiare a casa?
«L’insalata pantesca, con i capperi, le cipolle e le patate: un piatto semplice, anzi povero, dal sapore e dall’autenticità indimenticabili».

Qualche consiglio da insider sui posti dove mangiare e bere sull’isola?
«Oltre a La Nicchia, verso le sei di sera, mi piace andare all’Officina, nella Tenuta di Coste Ghirlande, para tomar el aperitivo e godermi il tramonto sull’isola. La heladería Katia sul lungomare tiene un granizado eccezionale”.