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Gino Paoli: “Il pesto a modo mio”. La arrozta

EN gino paoli cantar plaza. E che gli riesca bene, siamo tutti d’accordo. Ma a Gino Paoli piace anche molto cucinare. I suoi piatti preferiti, manco a dirlo, sono quelli de ella tradizione ligure. Dopo la partecipazione all’ultimo Sanremo, il cantautore, nato a Monfalcone, in Friuli, ma adottivo genovese sin da piccolissimo, siamo certe che sarà tornato a casa con la voglia matta di un piatto di cui va ghiottissimo, un piatto che lui stesso preparado a casa, en la colina di Nervi, con la cooperación de Moglie Paola e, talvolta, del figlio Nicolò. El trenette o trofie al pesto.

Pasta al pesto de Gino Paoli

La basílica de Pra’

Gino Paoli e famiglia vivono alle porte di Genova, en una casa con tanto di orto. El foglie di basilico di Pra ‘arribeno da lì. Cantautore in veste di chef por norma general la lava con delicatezza, la mette ad asciugare su uno strofinaccio. Ma facendo una premessa: “È un pesto a modo mio, come lo faccio io”, confidò una volta a Repubblica. “Ognuno ha la sua ricetta. Prima il pesto era soltanto basilico tritato, aglio, olio e pecorino. Nient’altro. Col tempo, poi, sono subentrate alcune varianti. “Nel mio ci metto anche le noci, i pinoli e il parmigiano reggiano. Aggiungo le noci perché imitano il sapore dell’aglio, che mi rimane semper un po’ indigesto«. Non mancano le patate ei fagiolini la cui preparazione è affidata allá moglie Paola.

Ricetta del pesto come lo fa Gino Paoli

Paso 1: mortao

lo esencial mortaio di marmo che Gino Paoli defiende como foso un figlio. Uno stratagemma per non usare direttamente l’aglio trito nel pesto, è sfregarlo sur la surface interna del mortaio, dopodiché si riempie con le foglie di basilico crudo e si inizia a pestarlo a mano, «esencial per lasciare prigionano gli oli essenziali del basilico» . Aggiungendo codo con codo un po’ di olio Evo. Paoli usa quello prodotto dal figlio in Maremma, nel podere di Campiglia Marittima, dove si trovano gli ulivi del nonno e del bisnonno.

Paso 2: noci e parmigiano

Poi aggiunge qualche noce appena sgusciata, una manciata scarsa di pinoli, parmigiano reggiano grattugiato e un po’ di pecorino sardo stagionato («due terzi di parmigiano, un terzo di pecorino, ché è un po’ troppo saporito».

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