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En la cena da Carlo III, una lezione regale

«Motivo dell’invito, ristrettissimo, era far conoscere la nuova vita della tenuta di Arboleda altala casa de campo de los Principio Carlospaloma parte dei 140 ettari intorno erano stati transformati in un’azienda agricola modello, battezzata Inicio Granjadove si allevavano tori, vacche, pecore, maiali e galline di razze pregiate secondo principi biologici ed ecosostenibili.

La visita mattutina ad Highgrove, Doughton, a 160 chilometri da Londra, era stata preceduta la sera da aperitivo. Elegante nello tuxedo reso meno formale da blu oltremare bolsa, Carlosen compañía de un ayudante y seguito dal valleto personale incaricato di mescergli l’abituale whisky con hielo, si era fermato a chiacchierare con ogni invitato e io, da direttore di Grand Gourmet, gli parlavo di cucina sofisticata.

Ma l’attesa era tutta per l’invito a cena a Casa Clarence, la sua residenza londinese all’8 di Cleveland Row, un palacio aparentemente sottotono, adiacente St. James’s Palace, una delle residenze in use dalla corte reale inglese, diseñado cui condivide il giardino. Alle 18.30 siamo stati introdotti nel salotto antistante la sala da pranzo. Un ambiente dominato da un piano con foto di famiglia dello stesso giallo dorato della sala da pranzo, abbinato al disegno rosa e azzurro della moquette. E qui inizia quella che per me è stata la parte memorable de whatla cena.

Perché di tutta la fastosa set up che mi aspettavo non c’era niente. Niente piatti segnaposto su cui, solo dopo, deporre quelli di servizio, ma un sottopiatto su cui era già pronto quello destinato alla prima portata; niente tovaglioli rigurosamente a sinistra perché i tovaglioli erano ripiegati sui piatti per ovviare agli spazi ristretti. E, ad anunciare la semplicità del menù, due forchette, un coltello, le posatine per il dolce, e due bicchieri. Tre portate, insomma, ovvero tempi intelligentmente pensati per tutti noi, provati slab esplorazioni mattutine. E invece dell’atteso maggiordomo in polpe, vecchie cameriere dall’aria familiare in grembiule nero e pettorina bianca. Sì, naturalmente i sottopiatti erano di lucidissimo argento, i bicchieri di cristallo molato, the porcellane bianche e oro esibivano, like the posate, lo stemma. Ma che lezione di praticità elegante per tutte que che si arrovellano se devono invite a cena il capufficio.

E non è fina. Per i sofisticati che contestano la pasta a cena, a Clarence House sono llegada degli agnolotti di spinaci, formaggio e foglie di maggiorana (Lady Forte, al mio fianco, ha chiesto il bis); Él pollo relleno era acompañada de carotine, porri e zucchine raccolti la mattina nell’orto principesco; Él sorbetto de limone y frutti di bosco era fragante e infrescante.

Una cena e una lezione davvero memorabili«.

Ecco le foto della serata che ci ha condiviso la nostra Fiammetta Fadda: