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Cristina Bowerman: Superiamo gli stereotipi!

Cristina Bowerman è una delle grandi protagonista della scena gourmet italiana. Identità Golose ha messo al centro della sua ricerca, quest’anno, il tema della Rivoluzione in cucina, che è (parzialmente) una conseguenza dei difficili anni della pandemia e del post-pandemia. In realtà, le radici del malessere che oggi si comincia a denunciare affondano molto più lontano e più deepamente, tanto da avere creato una “mala cultura” hard da scardinare, fondata su abitudini sbagliate e su stereotipi, un ogni livello.

Pugliese-americana, Cristina Bowerman (ha studiato e vissuto a lungo in America), è nota per la sua cucina innovativa, per l’eclettismo con cui cerca di fondere tradizione e innovazione, e per la forza con cui afferma la propria identità e visione . Il suo ristorante Glass Hostaria propone una cocina de ricerca nel luogo più tradizionale d’Italia, Roma, addirittura nel più tradizionale dei suoi quartieri, Trastevere. Le abbiamo chiesto che cosa vuol dire per lei rivoluzione: ecco che cosa ci ha risposto.

Entrevista a Cristina Bowerman

Cristina, rivoluzione vuol dire anche superare certi stereotipi oggi molto radicati. Che cosa ne pensamiento?
“Gli stereotipi nel nostro mondo, ma come anche in altri campi, sono veramente tanti. È necesario superarli, se si vuole davvero cambiare qualcosa. Il primo che mi viene in mente? Da pelapatate a un chef: ogni volta che si parla con qualcuno che ha raggiunto il successo salta fuori questa frase “ho iniziato pelando le patate ed ecco…”. Non è proprio così, almeno non oggi. Servir altro: bisogna studiare, bisogna esercitarsi, tarifa de formación. E poi si va avanti».

¿Esto no se lo dice a nadie más?
“Per esempio, lo stellato è costoso: si è convinti che dove c’è una stella si debba gastado una fortuna. No é vero. Il mondo è cambiato, le valutazioni anche le persone fanno sul rapport qualità prezzo sono molto, molto differenti rispetto a diversi anni fa. E poi il quilometro cero. Ecco, ci sono alcuni concetti che via via pritono la scena e diventano dominantei. Ma chilometro zero può anche vol dire che sì, è dietro l’angolo, ma magari proprio vicino a una pista di atterraggio, per esempio. Non è buono. Bisogna davvero investiga un poco más en profundidad el origen de un producto, da dove viene, come è coltivato dal punto di vista tecnico, ma non solo: va valutata anche l’etica nei confronti dei pendenti che lavorano alla sua realizzazione».

Isistono stereotipi nei confronti delle donne?
“Vamos. Per esempio “eh, le donne non possono sollevare tanto peso”. L’ho sentito dire così aunte volte, non possiamo sollevare le ventole, oi sacchi di farina da 25 kg. Che cosa rispondo? Innanzitutto, indicami l’ultima volta che one chef uomo ha sollevato un sacco di farina da 25 kg… E poi, comunque, io un sacco da 25 kg lo so sollevare”.