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Carlotta Perego, il nuovo libro “Vegetale insieme”: entrevista

Escritora y divulgadora Carlotta PeregoBlessed Brands Studio

“La malattia di mia nonna: ecco perché sono diventata vegana”

El autor svela quindi come èarribea alla Scelta di un’alimentazione vegetale. “Non è stata una decisione presa da un giorno all’altro, al contrario. Si è trattata di un’idea che ha impiegato tempo per pritere forma, di una consapevolezza maturata lentamente. Un viaggio durato anni iniziato in un momento davvero triste della mia vita. Era il septiembre 2011 quando fu diagnosticato un tumor en mia nonna. Una visita di controllo come tante altre si è concluye con una brutta notizia,arribata inaspettata. I medici ci hanno lasciato minimal speranze. Io avevo 18 anni e, superato lo sconcerto e l’incredulità, la mia reazione è stata quella di capire. Ho iniziato a leggere libri sul ancro, su come affrontare e prevente certe malattie, era il m io modo per esorcizzare la paura e, documentandomi, ho scoperto alcuni studi che mettevano in correlazione l’incidenza dei tumori e l’elevato consumo di carni rosse. Dentro de mí il trauma della scomparsa di mia nonna ha fatto maturare qualcosa”.

Simone, el fidanzato cómplice y el addio al sushi

La consapevolezza porta via via the author verso una scelta etica reed back il pianeta. Ad affiancarla il fidanzato e partner anche nella sua impresa lavorativa and divulgativa, Simone. “Una volta il pesce era la mia grande eccezione. Sushi a parte, avrei potuto definemi vegana. Ed è stato così fino a una serra, quando al tavolo di un ristorante giapponese, il mio compag no mi ha guardato e ha osservato comme mi preoccupassi delle sofferenze inflitte agli animali terrestri accettando però l’altrettanto triste destino dei pesci». “Forse è perché non possono urlare ha affermato lui”. Da lì un’altra svolta “la vita è cara a ciascun essere vivete, che si tratti di un umano, di un vitello o di un salmone”.

Botta e risposta su dubbi: dalla soia non sostenibile al rispetto della tradizione “carnivora” italiana

Il libro è anche a botta e risposta che cerca di fare luce su aunte domande di chi si avvicina all’alimentazione vegetale ma cova ancora tanti dubbi. Con excursus sulle osservazioni che le vengono mosse più spesso. Tra le più frecuenti ad esempio la poca sostenibilità della soia come coltivazione e l’intoccabile, per molti, tradizione culinaria italiana: «affettati e formaggi, lasagne e cotolette» contestano in molti «mangiare carne è parte della nostra tradizione e la cucina italiana vanta numerosissimi piatti de origen animal. Rinunciare significa voltare le spalle alla nostra cultura”. La risposta dell’autrice punta sull’attualità del mondo «ogni tradizione è legata al periodo storico e alla società in cui sorge e si sviluppa, ed è proprio quello il suo valore: riporta nel present quello che siamo stati nel passato. Questo però è anche un limit: il mondo si evolution e l’essere umano cambia, e le tradizioni changeo con lui».

¿Nostri espaguetis? Vengono del Oriente

“Gli spaghetti al pomodoro” se rió el autor “oggi simbolo dell’italianità nel mondo sono apparsi nel 1700. A lungo sono stati malvisti: il pomodoro veniva slab Americhe, gli spaghetti dall’Oriente. All’inizio erano debido a los ingredientes guardados con estremo sospecho. Questo è stato il destino di molte sostanze che oggi consideriamo normali e in cui oggi ci identifichiamo”, sottolinea Carlotta.

Dalla finta Cacio e pepe alle lasagna di soia: i classici rivisitati. E il vademecum per ordinare al ristorante

Dal ristorante alla cena coi nonni, dalla grigliata in company al pranzo con un commensale polemico al pranzo in famiglia della domenica: Carlotta esplora tutte le occasioni in cui, chi fa una scelta vegetale può sentisi additato o creare problemi agli altri e suggerisce, con formula Comportamiento morboso y rico en práctica y veloz, come cavarsela con brio, creando serenidad e inclusión. “Si cena assieme per il piacere di vedersi, non per ritrovarsi a disquisire sulle ragioni dei vegani contro chi non lo è”. Ci sono i grandi classici rivisitati (dalla cacio e pepe alle lasagna al forno) e il vademecum per il cameriere al ristorante “non fatevi problemi a chiedere di personalizzare un piatto, togliendo o aggiungendo gli ingredientei. come si dice, chiedere è lecito, rispondere è cortesia”.

Il fine è sempre l’inclusione che porta con sé la convivialità: “Se qualcosa che avete cucinato non piace ai vostri familiari o amici, no hace falta insistir. Piuttosto tienta un’altra versione di quella ricetta’.