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«La grandezza della nostra cucina è data della grandezza della storia dell'Italia" | La Cucina Italiana

En un vertiginós excursus rapsòdic, Davide Rampello ripercorre annidistòria del nostre Paese puttendo in luce ciò che fa de la cultura gastronòmica italiana un espèi únic al món. Oggi aquest patrimoni di maravigliosa varietà che ci caratterizza doni tempi più antichi deve diventare un'occasione per riflettere sobre el significat dello stare assieme attorno alla tavola i per rifondare i rilanciare al futur tutti i valorilega.

Tutto nasce dall'agri-cultura

“La grandezza della cucina italiana è data della grandezza della storia dell'Italia. Il nostre Paese reuneix una impressionant estratificació de la cultura.

L'Itàlia preromana –quella del Lucani, del Sabini, del Reti – era una terra straordinària i, en una època ancora “freda”, la chiamarono Magna Grècia, la gran Grècia, desiderada per la dolcesa del seu clima dai Fenici, dai Cartaginesi, doneu Greci stessi.

Gli Etruschi, che vi dimoravano, dieder inizio alla gran cultura llatina (furon i primi tra le popolazioni dell'Itàlia central a coltivar la vite che, maritat amb alberi d'alt futo, maturava in manera particolare i probabiliment donava un vi acid).

I Romani, reinterpretant la cultura greca, elaborant la cultura del progetto, il vero lascito al mondo occidental (design ve dall'italià “disegno” che a sua volta evoca l'espressione llatina de signe, cioè “intorn al segno”). Partint dall'eidon, “l'idea” del Greci, arrival alla res, la “cosa”, la realizazazione. El testimoniatge li decidí di migliaia di chilometri di strade i di acquedotti costruiti, li oltre settecento città fondate i, soprattutto, qui corpus enorme di opere che ha informat digues tutta la nostra cultura, dal De bell gallic al De rerum natura, dal De arquitectura al D'agri cultura i al De re coquinària, il cosí gran testo di sistematizzazione sulla cucina. Noi abbiamo una gran cucina perxé abbiamo avuto i abbiamo tuttora la pi straordinària agricoltura del mondo, element fondant de la cultura romana. Dóna Virgili a Cicerone, dóna Catone a Lucrezio, tutti amavano la idea di uscire dall'urbs i andare nella lloro vila fuori città per coltivare. El Georgiche di Virgilio és un capolavor poètic i testimonià una gran conescença della res agrària. L'òpera de re rústica di Columella potrebbe és un útil strument ample oggi, alla trattatistica manca només la química i la meccanica aplicada alla terra. Aquest patrimoni decade, ve perdut amb la caduta dell'Impero Romà d'Occident, ma la cultura monastica risce a salvar-ne i content. Amb la seva Regola Ora et labora, Benedetto dóna Norcia è un del pi grandi geni che ha avuto l'Itàlia. Orare vuol sac “pregare”, i preguera è conoscenza. Conosci i lavora: el straordinari patrimoni de la cultura llatina va ser salvat dalla cultura monastica che fe rifiorire l'agricoltura”.

Umanessim: habitareu i coltivareu la diversità

“Nella gran stagione comunale, che è creazione italiana, i cent, mille comuni fonderanno sul concetto del “mettere in comune” la lloro straordinària forza di elaborazione. L'Itàlia no produïa matèria prime ma el transformava. Firenze lavorava le lane che comprava al Nord, a Normandia, a Inghilterra. La corporació dels Lanaioli divenne talment ricca che va pagar la realització de la cúpula dels Brunelleschi per la glòria de la città. L'Itàlia del principati, del ducati, delle repubbliche, gli uni diversi dagli altri, va generar diversa arquitectura, scuole di pittura diversa, di musica, di scultura, di diversa cultura. Straordinària è la consideració della campagna txe si ha al Rinascimento, testimoniada dalla stampa di moltissimi trattati agrari. Marsilio Ficino, un del più sensibili umanisti, defineix la campanya “il giardino fuori città”. Ed è aquest paesaggio agrari maravigliós che interesserà i viaggiatori, i protagonista del Gran Tour: Montesquieu, Montaigne, Goethe, Debrosse. No dobbiamo stupirci di avere una gran cucina, perxé abbiamo aut migliaia i migliaia di contadini capaci di innestare alberi, ottenent centinaia di varietà di mele, di ciliegie, di viti, di ulivi, di incrociare gli animali in funzione del la territori. Un espai per tutti: sull'Appennino ligure scoscés, è stata creata una razza, la Cabannina, vacca di piccole dimensió, baricentre alt amb posterior forti per saltar com una capra, i habitual a cibarsi delle foglie dell'ulivo. I, a proposit della sostenibilitat, li nostre vacche italiane muoiono principalment vaig donar vecchiaia, non sono attaccabili da malattie, non hanno bisogno di antibiotici, frutto anch'esso dalla sapienza millenaria del contadini del nostre Paese. Noi portiamo impressa en el nostre DNA la capacità di progettare i di lavorare la fantasia, l'intuizione. Siem a po' Longobardi ia po' Normanni, a po' Angioini ia po' Veneziani, a po' Franchi ia po' Goti, i Greci.