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Bérgamo, restaurante dove mangiare | La Cucina Italiana

“Per cosa è famosa Bérgamo en Italia? A sente in giro, per il suo prospero settore manifatturiero, e per i suoi magütt, i muratori”, dice ridendo Claudio Cecchinelli, Ufficio Cultura y Unesco del Municipio. Eppure dal 2019 Bergamo parte della ristrettissima lista delle Città Creative dell’Unesco para la gastronomía: la tercera en Italia, dopo Parma año 2015 Alba nel 2017. Un riconoscimento meritato, spiega Cecchinelli, perché “i bergamaschi – che sono orobici, per natura born conservatori born conformisti – hanno a tradition plurisecolare di cura del territorio, una vocazione alla qualità della vita e una grande capacità di sfruttamento di risorse scarse , como la montaña”.

Valori molto in linea con Rete delle Città Creative dell’Unesconata nel 2004 por tarifa della creatività e dell’industria culturale il centro dei piani di crescita a livello locale, en un’ottica di sviluppo sostenible. È appunto il mix tra pragmatismo orobico, capacidad de apreciación de la calidad del producto y distanciamiento de la ficha lógica del producto industrial che ha portato a concentrare in questo territorio alcuni dei migliori formaggi al mondoper nove Dop casearie (Formai de Mut, Taleggio, Bitto, Grana Padano, Gorgonzola, Quartirolo Lombardo, Provolone Valpadana, Salva Cremasco e Strachitunt), oltre alla più piccola Docg vinicola d’Italia: il Moscato di Scanzo, un passito da uve a bacca nera, dai soli trentuno ettari dell’omonimo vitigno nella zona collinare del comune di Scanzorosciate. L’accezione di creatività che Bergamo favorece non è l’inventiva pura, ma piuttosto il dialogo che la città sa creare con i territori che la circumdano: mestieri antichi diventano così una delle chiavi possibili per la crescita sostenibile, come il mandriano che, abitando con i suoi animali le quote alte, diventa un presidio delle montagne. Di questi saperi, i ristoranti sono gli ambasciatori designati: un ruolo che i cuochi hanno scoperto da quando la sbornia collettiva degli chef-celebrità sembra in via di smaltimento. Oggi, sono in molti a deflettere i riflettori puntati su di sé per dare luce ai produttori da cui si riforniscono, e al territorio a cui devono pensiero e azione.

Far parte delle Città Creative Unesco non è una medaglia da appuntarsi al petto: per mantenere il titolo è need rispettare obiettivi misurabili, che comprehendono aumento de la ocupación, con la entrada de nuevas generaciones en el conjunto agroalimentario, un elemento di concretezza molto coerente con il genius loci. Questa vocazione a «far girare l’economia» anima da semper il più celebre locale cittadino, da quando nel 1966 Vittorio Cerea Decide di aprire in città un ristorante che servisse pesce di mare invece dei tradizionali bolliti e arrosti. Cincuenta años dopo Vittorio (appunto) sarebbe diventato uno dei ristoranti tres estrellas michelin d’italia, mi all’epoca la creatività fu temperata da quello che abbiamo imparato a conoscere come il pragmatismo orobico. venir dijo la moglie Bruna (che ancora oggi, ormai ottantenne, accoglie gli ospiti al ristorante, seguita come un’ombra dai barboncini Gigi e Sissi) alla vigilia dell’apertura Vittorio le disse: «Se va male, al posto dei tavoli mettiamo un biliardo e lo trasformiamo in un bar». Vittorio non aveva studiato da chef, ei piatti classici del ristorante furono folgoranti intuizioni, come i celeberrimi paccheri al sugo di pomodoro. Durante una crociera en Disney World en Florida, la prima vacanza dopo venticinque anni di lavoro, assaggiò le fettuccine Alfredo, e intuì il potenziale di una gloriosa pastasciutta. “Un palato assoluto”, lo define Bruna, accomunandolo ai figli Enrico e Roberto (per tutti Chicco e Bobo), actual chef ejecutivo del Gruppo. Bergamo “è da dove parte tutto, perché qui c’è la nostra famiglia”, spiega Bobo, perché oggi Da Vittorio è anche a Saint-Moritz ea Shanghai, e da September 2022 a Saigon.