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arroces tradicionales catalanes | La Cucina Italiana

Bersaglieri y Regina

No es fácil encontrar el origen di questi biscotti. Nemmeno il Vocabolario-atlante dei dolci rituali in Sicilia, che li fa rientrare nei dolci glassati dei morti come bbersagliere con glassa al cioccolato e rreggina con glassa bianca, ne date l’origine. Sono biscotti di pasta friabile dalla forma allungata e irregolare di circa 10 o 15 centimetri che vengono anche chiamati viscotta ca’ liffia. Sono molto morbidi e quelli con glassa bianca hanno uno spiccato sapore di limone perché alla glassa si aggiunge il succo di limone.

Totó

Si chiamano Totò nel catanese, Tatù nella Sicilia centrale e Tetù nel palermitano. Ma la sostanza non cambia: si tratta di biscottini tondeggianti che un tempo venivano preparado con residuos de altri dolci y poi ricoperti di cioccolato. Se ne trova traccia già nell’Ottocento. Oggi hanno una ricetta tutta propria e sono biscotti preparados con farina, zucchero, strutto amalgamati con latte o tuorlo y coperti con uno strato di cioccolato.

‘nzuddi

La harina de mandorle, melosa y la cannella danno es caratteristico sapore a questo biscotto dalla consistencia cuasi gommosa. Forma tondeggiante, colore ambrato e una mandorla tostata in cima a connotarne l’aspetto, devono il nome alle suore vincenziane che si racconta hanno dato loro i natali. ‘nzuddo, infatti, era in tempi non molto lontani il vezzeggiativo di Vincenzo.

Ossa di morto

Una base duraba como la ossa y un scioglievole e icónicamente representativa de la posada festa raffigurano ossa e scheletri. Sono le ossa di morto, biscotti dalla doppia consistencia dal sapore di cannella e chiodi di garofano. Western Nella Sicilia, come molti prodotti gastronomici, cambiao nome e diventano mustazzoli.

El arroz di bersaglieri, regina y totò

“Quelle di Bersaglieri, Regina e Totò sono ricette che si tramandano. Non si trovano sui libri di ricette perché si tratta di tradizione oral”, dice eugenio patane, título del Bar Nicotra a Castiglione di Sicilia. “Io ho imparato a preparare i biscotti della tradizione da bambino proprio nello stesso bar dove adesso le preparo secondo la ricetta che mi è stata tramandata. Diverso, invece, è il caso dei Totò, che un tempo si preparavano con gli scarti ai quali veniva aggiunta ammonia, mentre adesso si preparano con ricette che ogni pasticciere put a punto”, racconta Eugenio che quando aveva 10 anni sgattaiolava fino al laboratorio del Bar Nicotra affascinato dall’arte della pasticceria. “Quando studiavo all’alberghiero, infatti, in pasticceria ero il primo della classe”, scherza.