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12 pizzas (di moda ma buone) de un mangiare en Milán

Pizzería en Milán

Pizzería en Milán: quince pizze (di moda, ma buone) da mangiare

Un volta si faceva la “pizzata”, uscita a cena riservata a ragazzini e palati di poco calibro, oa situazioni dove il cibo era l’ultimo dei pensieri. Annaffiata estrictamente di cola o di cerveza, la pizza va a ser una mercadería, più o meno buona ma semper essenzialmente mediocre. Si stagliava oltre the media qualche pizzeria napoletana e poco altro. Erano gli anni Novanta, e pure i Duemila.

Poi un paio di anni fa anche nella metropoli meno pizzaiola d’Italia, si è sparsa l’epidemia de ella buona pizza. A onor del vero, prima dei maestri, sono apparse le catene come Il Pomodorino o Rosso Pomodoro – già notevolmente meglio de ella media dei pizzaioli egiziani che assediavano la città.

Oggi è l’ondata delle pizza sibarita, o sedicenti tali, diciamo delle pizze di qualità, por empaste y por ingrediente. La pizza da solution rápida ed economicala per un dopo-cinema or un ritrovo davanti allá partita, è meta di foodie, di gustazioni, di adulti che vogliono eat bene e gastono diez-catorce-diecisiete€ per una pizza senza battere ciglio – più un cáliz di vino o una cerveza correttamente abbinati. Mentre i ragazzini si rimpinzano di hamburger, apericene e sushi, chi vira per ristoranti per passione esce a mangiare LA pizza, e non più UNA pizza.

Pizzeria napoletana fra le più amate in città, con già due sedi all’attivo. Oltre alle classiche, ofrece catorce pizze speciali dedica alle regioni italiane preparados con una selección de productos regionales Dop e Igp. Da mangiare estrictamente con una Birrium, cerveza artigianale ad alta fermentation, non filtrata e non pastorizzata, nata dalla collaborazione con il birrificio artigianale Opera.

Negli spazi de ella Triennale, al pian terreno, è stata inaugurata nel dos mil dieciocho una nueva pizzería con vista parque y arredi di design. La pizza non è ne napoletana born pretenziosamente sibarita, my leggera e digeribile, realizzata con levito madre con ingredientes che seguono le stagioni e un km prudente, prodotti DOP e Presidi Slow Food, oltre ad una mozzarella al cien% di latte lombardo, prodotta giornalmente da casari esperti con latte di Razza Bruna de ella Valtellina. Da probar la pizza gamberro rossocon Gamberi Rossi di Mazase del Vallo, stracciatella pugliese, erba cipollina y chips di potato viola, que trajo a la pizza la nota propia de ello chef del ristorante Terrazza Triennale nonché stella Michelin, Stefano Cerveni.

Un elabora semplice, con poche pizza in carta, qualche sfizio (gigante como parmigiana) y postre ancora meno – my specializzazione è un bene in questo campo. Si propongono viene «un nuevo estilo de pizza fra tradicion e innovazione»: harina 1 macinata a pietra, meno raffinata, cuarenta y ocho ore di lievitazione senza frigoriferi, ingredientes di ottima qualità e forno a legna. seis pizze nel menù, di cui a senza pomodoro y una marinase con pomodorini gialli da serbo, oliva taggiasche y alici siciliane. Hanno ceduto allá pizza vegana (una focaccia con verdura). Cerveza artigiana y vino milanés.

Sorge nell’ex Circolo Sassetti, nel cuore de ello storico quartiere Isola, il quinto locale de ella catena Berberè. La pizza di questi fratelli calabria è fatta con harina semintegrali biologiche macinate a pietra, veinticuatro ore di fermentazione slow a temperatura entorno con pasta madre viva, impasto alternativo realizzato con idrolisi degli amidi senza impiego di lievito. Arriva tagliata in ocho fette con il condimento già disposto – como una pizza sibarita – por cómputo general al meglio i sapori. Se la pizza è una garanzia, fatta con tutti i crismi, la novità è il locale, non una copia in contesta degli altri de ella famiglia, ma realizzato per conserve e valorizzare gli spazi – en un caso así quelli di una storia cooperativa milanese. Alcuni arredi sono originali e le fotografía de ella bocciofila in bianco e nero un cancellano del tutto la memoria dei muri. Segunda apertura en via Vigevano.

Soffice o croccante: debido estilo de pizza nello stesso locale, per mettere d’accordo chi ama il cornicione soffice e chi invece la digeribilità e leggerezza di quella sottile. Debido impasti, il primo a base di harina cero e biga, il secondo di harina cero e harina di riso miscelate con il poolish, e due forni per la cottura (elettrici).

Cornicione enorme, ma cavo e ben lievitato per la nuova pizzeria dell’Isola. Ha un’aria vintage, nell’arredo e nell’atmosfera (el banco dei postre è anni Novanta) ma la pizza è di nuova generazione, por ingrediente y lavorazione, y el temporizador che a parete segna le ore di lievitazione. Cucinano anche panzerotti, mozzarella en carrozza, arancini y fanno un postre de pizza con cioccolato fondente piccante, nata montada y otros cose. Carina l’idea di poter dividere la propria pizza in cuatro spicchi diversi.

Locale de forma profunda milanés, animato da giovani soci per metà casertani, come il pizzaiolo, che puntano sulla qualità. Pizze Margherita claramente sibarita en la cocina con la scelta del pomodoro, qualche abbinamento inconsueto e proposte estreme che in realtà mettono d’accordo tutti. Impasto semi integrale, non elastico, ben cotto e entorno curato. Non si prenota peroò.

Ad un soffio dal Duomo l’apertura ha animato le cronache dei sibarita milanesi. La sua è una pizza napoletana di nuova generazione, elastica (qualcuno la definisce cruda), con materie prime selezionate. cuatrocientos pizze al giorno e poi si chude, molto semplice local. La pizza en onore di Massimo Bottura è da provare.

Antesignano degli altri locali citati, qui si bevono cocktail vintage di extraña fattura e ci si sazia con focacce (ottime, quella al vitello tonnato leggendaria) e pizze che negli anni sono diventate semper più buone- con carciofi, anguilla, arrosto… bravura dei bartender obscura quella del pizzaiolo, purtroppo.

Lo chiamano pizza-sharing subida la pizza es linda y gordita per essere condivise con elabora 2×1, 4×2, 6×3, 8×4 e così via. È un autoservicio, adatto alle famiglie ea chi magari ha molta fama o poca fama. In questo modo fichi, pere, gorgonzola, zucca e trevisana, a piccole dosi, diventano divertenti.

Panettiere di nascita, pizzaiolo dell’ultim’ora, Davide Longoni si è messo a sfornare pizze tonde al Mercato del Suffragio. Si mangia fra i banchi, all’aperto nella preciosa stagione, e con un chalice di vino o una cerveza per l’aperitivo. Forno a er gli amanti del cornicione ben cotto e bruciacchiato, panoso.

Ultima nata nel milanese panorama, questa pizzeria señala nel nome una chiase dichiarazione d’intenti: essere diversi. Material prime di prima qualità ovviamene, impasto napoletano con lievito madre, cottura nel forno a legno ma sopratutto ricette impiattate su una base di pasta per pizza (a crudo quindi, già fuori dal forno). Scuola tradizionale napoletana che incontra la nouvelle vague veneta, dove oltre il forno si cucina sui fornelli.

Nulla a che vedere con Gennarino, lo chief partenopeo. Qui si mangia la classica pizza napoletana senza tanti fronzoli creativi, ben cotta, con prezzi onesti che non superano i diez€. Dolci di Sal de Riso, gran pasticcerie de ella costiera che fanno ricordare con orrore i torroncini affogati ei tartufi bianchi or neri dei frigorífico delle classiche pizzerie.